Agostame

Rieccoci ad agosto, il mese più brutto dell’anno.

L’altro giorno si è conclusa ufficialmente la prima stagione della “Divina Covata”, le avventure del mio pollaio. Da quando si è tentato di allargare la famiglia dei pennuti, favorendo con la zelante cura della chioccia Frittella la schiusa di una decina di uova.

Sarà stato un caso, ma da quel giorno l’equilibrio che le tre galline più il gallo Orazio si è rotto e, con più rovesciamenti del destino – l’ultimo ieri sera con un ratto di 6 polli direi da parte di una astuta volpe (tracce non ve ne sono, quindi la mia è una deduzione) – siamo senza più pennuti.

E fa uno strano effetto.

La gattina Ida invece fortunatamente prospera. E ci osserva con fare felino.

Le bambine hanno compiuto gli anni, sono ora delle bambinelle di 7 e 10 anni. Questa storia dei lutti continui giustamente non aggrada loro, ma sono comunque insegnamenti di vita. Applicati agli animali. Utili anche per il genere umano.

Il progetto de “L’orto dei nati storti” prosegue piuttosto bene: avevamo, trascinati dall’entusiasmo, seminato e piantato fin troppo (errore che reitero ogni anno), ma i risultati di questi giorni danno comunque gioia e ripagano del tempo e dei soldi investiti.

Il lavoro mi sta di nuovo prepotentemente stritolando, un po’ come era nel 2018, una sirena tentatrice, ma ne sono profondamente felice e soddisfatto e sono certo che troverò una quadra operativa per renderlo di nuovo sostenibile. A ogni modo, Le Tre Rane procedono spedite, la Bottega del Vino coi suoi eventi nel Parco altrettanto, idem i tour&tasting, lo shop, l’Agriresort, e, al netto dei soliti rallentamenti da Covid (ora si parte col green pass), delle questioni di sicurezza, dei costi a sostegno, dei capital plan, di alcuni modelli organizzativi non fluidi, tutta la mia attività restituisce una enorme soddisfazione.