Auguri

Stiamo avvicinandoci agli ultimi giorni di uno strano 2016. Oggi é Natale e siamo tutti mezzi accartocciati, fra influenze, vomiti, febbre, stanchezze. Forse é il dazio che io e la mia famiglia stiamo pagando per un anno sempre su di giri, con alti, bassi, novità, corse, pianti, sorrisi. Bah, in fondo meglio viverla questa vita che pensarla, eviscerarla, finire per aggrovigliarsi – attitudine a cui purtroppo tendo – fra le vischiose maglie cupe del mio pensiero. Lo scorso anno di questi tempi stavamo finalizzando, fra numerose complicazioni burocratiche, l’iter di acquisto di Bisarno. Vacanze natalizie scandite dalla necessità di chiudere l’acquisto entro il 30 dicembre, fra avvocati incapaci e arroganti, trattative fra San Sepolcro e Pontassieve, disfide fra clausolette per un metro quadro di terreno.
Di lì a poche settimane avremmo immediatamente iniziati i lavori di restauro: soddisfazioni, certo, sempre ben documentate in questo blog (un’altra bella novità di quest’anno) ma tante problematiche burocratiche ed economiche che invece ho preferito non raccontare, ma che ci sono state: forse senza raccontarle non le ho espiate, e alla fine sono emerse fisicamente. Al lavoro a maggio abbiamo concluso la pubblicazione del libro “La Toscana di Ruffino”. Le trasferte di lavoro fra cui il Canada con la febbre. La febbre poi ripresentatasi a dicembre, prima del convegno a Poggio Casciano, altra grande esperienza di lavoro. La paura. La paura che io spesso vesto con gli abiti buoni dell’ipocondria. Paura per controlli per me e per coloro a cui voglio più bene. La paura che sempre c’é perché ho tanto da perdere. Al 2017 auguro a me e alla mia famiglia di continuare così, perché in questa giostra tutto sommato ci si sente vivi, si cresce, si lascia una impronta di noi.