Calgary

Sono atterrato a Calgary dopo l’ennesima notte funestata da continui risvegli e l’ansia di non sentire la sveglia: succede sempre nei voli mattutini. La città mi ha accolto con tre gradi sottozero e una sferzata di luce fresca a darmi il benvenuto. La giornata si è svolta bene, sebbene la stanchezza abbia strisciato anche in questa strana, non bella ma profondamente affascinante città, dal sapore di cercatori d’oro, cacciatori di alci e bisonti, petrolieri, freak con barbe lunghe e fare bighellonante. La downtown é un concentrato di dolci e armoniose contraddizioni: grattacieli di vetro in una atmosfera di paesotto di periferia, installazioni artistiche con ricordi olimpici, una vastissima piatta periferia di cottage in un altipiano ricco di fiumi e laghi. Sullo sfondo, imperiose, montagne innevate. Si ha la sensazione di essere in provincia rispetto alla grandeur di un certo Canada, quello delle grandi metropoli sia western che eastern, eppure anche questa città che sembra piccola ma è grande più di Vancouver mi ha stregato. Avevo voglia di freddo che ti entra addosso e bagni di luce. Le persone qui hanno un loro orgoglio e il solito entusiasmo semplice e accogliente. La degustazione in cui rappresentavo Ruffino si è svolta in un teatro di fine Ottocento. La sera si è svolta una cena in un private club con piscina, per persone facoltose che si sono trovate per una (ottima) cena italiana, che mi ha anche rimesso a posto il pancino: a fine serata ho conosciuto il cuoco napoletano. Dopo, finalmente, la prima vera notte di buon sonno – mi sono svegliato solo per alzarmi alle 6! -, un breve meeting allo Hyatt, ho passeggiato nel freddo della laboriosa Calgary downtown: la piazza olimpica, i grattacieli sobri, la familiarità da villaggio, le numerose installazioni artistiche che dialogano con la città, i baci di luce che mi entravano addosso malgrado sciarpa, cappello e guanti mi hanno dolcemente accompagnato poi all’aeroporto per la terza tappa di questo tour, Toronto. 
Le montagne rocciose: in arrivo a Calgary dall’aereo. 

Calgary dall’aereo.

Serata svolta. Passeggio fra le tante installazioni presenti a Calgary.

Prima di ripartire, monumento alle donne in Olympic Places.

Sempre Olympic Place.

Altra installazione equina.

Prospettive un po’ attorcigliate ma che guardano verso l’alto. Mi ci rivedo.