Etruschi a Poggio all’Agnello

Abbiamo passato una settimana nella costa degli Etruschi, in Val di Cornia, fra Baratti e Populonia.

Terre magiche – si percepiva una energia quasi ancestrale – in cui la bellezza fiammante luce e screziata d’azzurro trova una sua ulteriore elevazione grazie all’intervento umano: etrusco prima, rinascimentale poi, contadino fino a qualche decennio fa.

Quest’anno, causa malefico virus, niente scambio casa ma siamo stati ospitati da un resort ricavato da un vecchio cascinale ottocentesco, Poggio all’Agnello, davvero suggestivo.

Non è stata per me la vacanza che cercavo – rilassante, catartica, panistica – in quanto il lavoro mi ha costretto a continui rimandi mentali e virtuali con l’ufficio per cercare di dipanare diverse situazioni intricate: mi piace lavorare, non me ne lamento, e ci sono in ponte un sacco di novità: Le Tre Rane corrono come un treno,  a breve la gustosissima apertura de La Bottega del Vino, poi un nuovo web magazine con l’amico e grande professionista Stefano Caffarri, che chiameremo Vivere di Gusto, ma anche presentazioni di piani quinquennali, attenzione ai costi perchè altrimenti tutto sta poco in piedi, beghe per le normative di contenimento covid, HACCP…Insomma, davvero molte ore bruciate mentre la family era in spiaggia o in piscina. Comunque, fra corsi di tennis, nuotate, partite a racchettoni, tuffi con le bambine, mangiate e bevute, ho avuto anche io la mia dose di relax e, come premettevo all’inizio, gli occhi gonfi di bellezza (e orgoglio: la Toscana è di gran lunga la regione più bella al mondo: ha tutto, tutto).

Va bene così quindi. Finchè si è padroni del proprio destino, finchè lo si può determinare, io gioco volentieri questa partita. E proseguiamo con Bisarno: l’orto prospera, abbiamo le gallinelle (e il gallo), si comincia a pensare al fienile, alla sua ristrutturazione come casa per gli ospiti e, al piano terra (ex cantina di vinificazione della fattoria), una area tutta per me, con un tavolo, una cantina a parete, un punto cottura, che divenga una sorta di isola dei pensieri creativi, aiutati dagli amici, da un calice di vino…La nostra è una casa quasi magica: ogni volta ci rendiamo conto di come sappia accogliere, far stare bene insieme, anche ieri sera abbiamo fatto una cena di benrientrati coi nostri amici, solo prodotti dell’orto, un po’ di musica, una partita a calcio, e si sono fatte le una di notte.

Se nessuno ci vuole male (o ha smesso di volercene), sapremo cavarcela e sapremo costruirci la nostra vita, e ricavarne colori, sapori, bellezza…