Il giuggioleto ripulito e altri lavori

Dopo due sabati trascorsi all’ospedale, finalmente oggi ci siamo ritrovati tutti e quattro a Bisarno. Ripristinata la buona pratica della colazione da Remo coi nonni Sorelli, non mi ero ancora pulito la bocca dal cappuccino che a casa erano già arrivati Nonno Ciccio e il mio vicino Sauro col trattore. Subito ci ha raggiunto mio babbo e, sotto un tiepido sole mattutino, è iniziata la mia tanto attesa giornata di lavoro nei campi. Abbiamo tenuti aperti tre fronti di lavoro, due dei quali col supporto del trattore. Il lavoro più faticoso, sisifeo lo potrei definire, è stato raccogliere i sassi da diverse zone della proprietà, sassi che provenivano da varie smurature, caricarli sulla benna del trattore e col trattore creare una macia, un accumulo di pietre, vicino al prossimo grande lavoro murario: l’erezione del muro fra l’aia e l’orto.

L’altro lavoro col trattore è stato prendere un po’ di terra dai tanti cumuli che abbiamo e riempire la scarpatina a fianco dell’aia che ancora mancava di terra.

Infine la potatura secca dello splendido giuggioleto che ci fa da filare d’ingresso: abbiamo motosegato qualche rame e anche alcune piante, al fine di avere un vialetto di ingresso ordinato e più pulito. Erano più delle 17 quando abbiamo finito.

Anche la Laura si è dedicata alle manutenzioni: oggi si è potuto spalancare le finestre e pulire un po’. E a cena una sorpresa: un terzo gatto, tutto nero, un maschietto, temiamo venuto a concupire Bianca e Fulvia, le gatte a cui da qualche mese diamo da mangiare e che sentiamo come nostre malgrado siano a tutti gli effetti randagie. Nell’attesa che le gatte si concedano ha gradito il loro cibo.