Gli occhi di Bisarno.

Laddove vi erano la stalla con le mangiatoie andremo a realizzare una grande e accogliente sala.
Uno spazio interno dove organizzare grueliche tavolate di amici e i parenti. Godersi un bel film tutti assieme. Qualche vittoria della Fiorentina (ma quando mai?). Imbastire delle lunghe chiaccherate piacevoli, magari coi bicchieri sempre pieni.
Questa sala, destinata alla convivialità più gustosa, avrà una caratteristica molto particolare: due occhioni spalancati e aperti verso l’esterno, due finestrone alte due metri e larghe poco meno di uno.
I lavori in questa stanza sono stati e saranno imponenti: nel post “Le mangiatoie scavate” raccontavo di quanto abbiamo dovuto scavare per rifondare i pavimenti. Le stesse finestre beneficeranno di imponenti modifiche: una delle due per un certo periodo è stata una porta di ingresso, ma originariamente, come comprovato da cicatrici emerse una volta tolti gli intonaci, costituiva la gemella dell’altra. Le tipiche porte carraie – quelle ampie con gli archi attraversate dai carri – si trovavano a sinistra e a destra di queste due finestrone: quella a destra era già stata tamponata al momento dell’addizione di un nuovo modulo murario e della scala di salita al primo piano; quella a sinistra, che si trova nella stanza che diverrà la cucina, verrà invece ripristinata con l’obiettivo di esaltare una forte osmosi con l’aia.
Il restauro di queste due finestre procede piuttosto bene: ci vuole pazienza, il lavoro è delicato e necessita molta cura e labor limae, ma l’impatto estetico è e sarà di grande suggestione!
La spalla muraria che chiude l’apertura dell’ex ingresso.

Lo sguardo dal dentro sulle finestre durante il recupero.

Dettaglio su una mazzetta portante.