Il 2020 che vorrei fosse. Post banale dal finale ovvio.

Gioia di vivere e avanti tutta verso il domani.

La vita nel nuovo anno, dopo le feste e le lunghe vacanze invernali, ha ripreso la sua normalità. Oddio, siamo riusciti a complicarci gli ultimi giorni “liberi”, fra infortuni della Corsi e le influenze delle Upupole, ma tutto sommato si é ripristinata una certa continuità anche nel 2020.

Non voglio parlare di propositi e ancora sono troppo scottato per guardare indietro e a fare bilanci, quindi da nuova modalità cerco di vivere al meglio che ci é possibile il presente, cercando di rimpicciolire il più possibile le rabbie, le mancanze, i dolori, i nichilismi e le paure che mi accompagnano, a favore di una certa acquisita capacità di non sprecare niente, di sentire le emozioni, di godermi di quel tanto che comunque ho, di fare un passo indietro, o a lato, sui nervosismi e sulle polemiche che spesso affiorano.

E per il 2020 voglio provare a far vivere tutte le idee che mi balenano nella testa, a lavoro e a casa.

A lavoro ha preso il via a fine 2019 una nuova area di diretta responsabilità, la brand experience, nella tenuta Ruffino di Poggio Casciano. É una sfera che sento molto mia e che ho accolto con entusiasmo e con qualche paura, ma convinto di prendere in mano una squadra fortissima che necessitava soltanto di un pizzico in più di allineamento strategico coi valori di Ruffino: ed ecco la bellissima avventura de Le Tre Rane che si affianca agli altri asset di Poggio Casciano, come l’agriresort, i tour and tasting e lo shop. E altri ne verranno, con l’ambizione di trasformare tutta la tenuta in un tempio dove il piacere dello stare insieme si esalta sotto il segno del bello e del buono. Un viaggio eccitante che mi ha restituito emozioni e voglie quando mi sentivo davvero spento. Il tutto senza mai tradire né ridimensionare il mio primo amore, la comunicazione di tutto il marchio. E sento per il lavoro una voglia di creare, di fare, di “incidere” come non ho mai avuto.

Un po’ quello che sto cercando di fare, stesso approccio, a Bisarno: la casa é pressoché ristrutturata, manca davvero poco, e adesso mi sto concentrando su come valorizzare al massimo il tempo che uno vi trascorre. Spazi interni, dunque, ma anche esterni, come l’orto, il giardino e in un futuro non remoto il fienile e il pozzo che giace diruto in fondo alla nostra proprietà. Convinto che anche la bellezza possa essere accogliente e nutriente.

Poi ci sono la famiglia e gli amici. La Laura e le bambine. Davvero, non voglio più sprecare nemmeno mezz’ora con le persone con le quali non ho più voglia di stare, uscite che non mi convincono, situazioni in cui non sono a mio agio. Nessuno spreco di tempo nel tempo libero dal lavoro, sempre meno peraltro. Non voglio rinviare al domani ciò che posso fare ora, non voglio farmi vincere da paure di nessun tipo che mi inibiscono l’azione, o la creatività. Sono pensieri banali e ovvii, ma a costo di apparire snob, elitario, selettivo, coltiverò ancora più di prima un sano sfrontato dannunziano egoismo: se io sto bene, staranno bene anche le persone a cui voglio davvero bene.

Quindi, caro 2020, in estrema sintesi: regalaci la salute, solo quella chiediamo, che abbiamo imparato essere questa un fattore davvero imprevedibile e – fuori da ogni retorica – incredibilmente prezioso, perché a dare valore a tutto il resto ho imparato, abbiamo imparato, da soli e non ci faremo sfuggire l’occasione di vivere una vita bellissima.