
Sembra incredibile ma, ancora qualche giorno, e il fienile sarà davvero concluso. Gli ultimi mesi di restauro non sono stati proprio il massimo del divertimento e, complice anche un periodo lavorativamente bello ma saturo fin troppo di attività, oneri, chiamate, meeting, il livello di stress è decisamente salito.
A ogni modo, il risultato finale è suggestivo, con alcuni elementi davvero di gusto, come la pergola – voliera installata in una lunga giornata di lavoro, la cucina in muratura, l’illuminazione interna e soprattutto esterna, il riuso delle travi di legno del vecchio soffitto trasformate in porte, tavolo e sportelli della cucina. Adesso, risolte le ultime burocrazie, si partirà e vediamo quel che succede. La stagione è già nel suo pieno e ho perso ormai diversi mesi, ma confido comunque in un buon trend. Sono molto curioso di cimentarmi in questa attività.
Il periodo complesso e caotico mi ha purtroppo obbligato a delle rinuncie e a delle procrastinazioni e a una strisciante sensazione di perdermi qualcosa, di non riuscire a trattenere tutto, come quando si cerca di afferrare con la mani l’acqua. Intanto, non sarò in grado di andare a Londra a sostenere il D3 del WSET. Purtroppo, anzi, per fortuna, avrò una trasferta di lavoro concomitante, e comunque non sono riuscito neanche a prepararmi adeguatamente. Quindi, si va al prossimo appello, al 21 e 22 ottobre e vediamo di dedicarmi in maniera prepotente allo studio a partire da metà maggio.
Anche il libro sta di nuovo rallentando, e questo è un altro aspetto che mi ferisce non poco. Le priorità vanno inevitabilmente al Consorzio Chianti Rufina, che sta assorbendo gran parte della mia giornata lavorative, soprattutto a seguito dalla comunicazione ufficiale fatta alla stampa della mia nomina, che mi ha portato numerose citazioni stampa e mi ha portato a vivere un Vinitaly davvero unico, molto al centro dell’attenzione: mi sono sentito come in quel lontano Vinitaly 2004, il mio primo, le stesse emozioni, di felicità, di nuovi inizi, e anche di un po’ di sane paure di non essere all’altezza. Dopo 21 anni, niente e tutto cambia.
Durante il Vinitaly, si è anche sublimata una altra elettrizzante collaborazione con la Regione Calabria, con la quale ho anche tenuto uno speech sulla storia e sulla cultura del vino, speech che mi ha portato a conoscere altre persone e altre realtà, come gli amici del Sannio, sul tema condiviso che il vino debba essere raccontato per la sua capacità magica di agggregare, di elevare il piacere dello stare insieme. Sono occasioni come queste che mi spronano a finirlo questo libro, e a portarlo a giro, a presentarlo nelle terre degli Etruschi, degli Osci, degli Enotri, dell’antica Roma…
Poi Acqua degli Dei, Spartivento, il Jazz Festival, il Salotto Italia – Cina, l’EACD, il progetto di marketing territoriale dietro il Chianti Rufina, il mio nuovo brand che dovrebbe raccogliere e raccontare tutte le mie attività in forma organica. Tante tantissime cose. Tutte stimolanti. Mi ci vorrebbero giornate da 30 ore, e forse non basterebbero. Unica certezza, il ferro è caldo e va battuto: rimboccarsi le maniche, lavorare, lavorare, lavorare. Non c’è nessuna altra ricetta per portare avanti i propri progetti e realizzare qualche sogno. Il talento da sè non vale nulla senza l’impegno costante e continuo.
Troppe cose nella testa.