Un solo elemento di arredo avevamo mantenuto dai precedenti inquilini di Bisarno, un vecchio armadio sito in quella che ora è la camera delle bambine. Avevamo pagato una piccola cifra per riscattarlo e lo avevamo smontato e accatastato, pezzo per pezzo, nel fienile. Questo a gennaio 2016, poco prima dell’inizio dei lavori di ristrutturazione, a metà gennaio di quell’anno.
Dopo due anni, il magico triumvirato io, NonnoGugo, NonnoCiccio, ci siamo presi la briga di provare a installarlo di nuovo, visto che gli abiti delle bambine hanno colonizzato il nostro armadio, soprattutto la mia parte.
Già toglierlo dal fienile, sotto le vecchie porte, assi e altro materiale accatastato durante i due anni di ristruttazione, non è stato semplice.
Poi si è proceduto a lavarlo e asciugarlo, pezzo per pezzo, complice la deliziosa giornata di ieri, una mite e luminosa giornata.
Sempre ieri si sono tirati su al primo piano i montanti e le ante, issandoli dalla finestrona sull’aia e, per i pezzi più piccoli, dalle scale.
Oggi ci siamo invece dedicati al rimontaggio: temevamo delle difficoltà che puntualmente si sono affacciate. Fra bestemmie, risate, violenti colpi dove non bastava la logica dell’incastro, l’armadio è di nuovo in piedi e, malgrado la riduzione causa coibentazione della profondità della parete, l’armadio continua a calzare a pennello a quella stanza, oggi camera di festanti Upupole per il loro personale armadio. Nei prossimi giorni termineremo il lavoro montando anche le ante, oggi di color bianco crema. Per la gioia delle bambine che si troveranno in camera un nuovo guardaroba per stipare i loro abitini: “Nonno, ma sei stato lento – mancano i cassetti” – Babbo, me le fai fucsia?” – “No, io lo voglio verde”.