“Il prossimo anno”.

Vengo da un periodo a dir poco complesso, con situazioni che mi hanno portato a un sovraccarico di responsabilità ed emozioni, molte delle quali gestite con fatica e un senso di stanchezza quasi esistenziale. Una sorta di spleen. Erano gli ultimi giorni di ottobre e mi apprestavo con entusiasmo e spalle larghe al mio viaggio in Canada: in realtà mi imbarcavo per l’inizio di una fase piuttosto complessa. Quasi due mesi di evenienze extra-ordinarie che hanno affievolito i piaceri della mia vita privata, acuito le mie paure, talvolta ipocondrie, spesso paranoie, per la salute mia e di chi mi è vicino, complicato la già complicata routine lavorativa alla Ruffino, esasperato il già esasperante restuaro di Bisarno. Cinquanta giorni intensi e volati. Ormai, siamo a una settimana tonda dal Natale. La mia bambina più grande me lo ricorda ogni secondo e squittisce con gioia in attesa di tutte le feste che si prepara a vivere, fra pacchettini, disegni a tutti, decorazioni e addobbi. Come lei stessa elenca giuliva: “La vigilia, Natale, Natalino, il prossimo anno e la Befana”. Il prossimo anno, si, quello che sarebbe il capodanno. Il prossimo anno. Sarà il 2017 l’anno dei miei quaranta e a meno di inopinate e imprevedibili catostrofi l’anno del trasferimento di tutta la famiglia a Bisarno. Si, fra le tante situazioni generate durante “i 50 giorni d’autunno”, per trovare un titolo e una sintesi a questo ciclo agrodolce, siamo riusciti a chiarire un po’ di più le nostre tempistiche. Intanto, in questi giorni stiamo facendo in fretta perchè voglio prendere la residenza e organizzare il mio buen ritiro. Fra ieri e oggi sono state montate le finestre – che belle! -, riscaldate le stanze, allestito la camera, il cucinotto, il bagno…Pulire i pavimenti, lavare i sanitari, spolverare, incastrare le prime opzioni di arredo in un senso compiuto seppur provvisorio…beh, ha fatto piacere e ha costituito una forte spinta in positivo verso “il prossimo anno”!
Porta aperta e un natalizio benvenuto!