Il verde del Bisarno.

Super giornata di disboscamento a Bisarno. Protagonista la motosega, strumento usato a oggi solo virtualmente nei sanguinari livelli di Doom, e il NonnoCiccio. Abbiamo ripulito (per quanto possibile) dai rovi, dalle ortiche e dai pruni, dall’incuria e dall’abbandono, la parte più meridionale dei campi che storicamente facevano parte delle particelle catastali della fattoria. Durante l’immersione “into the groove” sono emersi una munizione bellica della seconda guerra mondiale, una testa di capriolo, due cavallette vive in amore (che, sì, ho disturbato!), un bruco massimo, dei cipollotti selvatici profumatissimi e tante altre amenità.
L’obiettivo è razionalizzare le varie planimetrie e dislivelli su cui si è sviluppato Bisarno, sia negli immobili che nei campi afferenti. A monte si trova la colonica, il cui piano terra guarda – attraverso l’aia in pietra a opus incertum – l’ingresso del primo piano del fienile (quella della foto dell’header di questo blog). Fienile e porcilaia scivolano con la loro architettura in pendenza verso valle, in quello che era e tornerà a essere l’orto. Il campo poi compie un ulteriore declivio relativamente dolce verso il fiume, il sud, fino a trovare una brusca interruzione e, sotto un paio di metri, la strada sterrata che conduce a Bisarno 2. Dovremmo qui costruire anche un muro di contenimento che dal nostro lato interno conterrà il terreno, sull’altro sarà a vista sulla strada.
L’altro fossetto da riempire si trova sul lato orientale, dove anticamente correva una stradicciola, o forse un fiumiciattolo.
In queste due situazioni pareggeremo con la terra (dove manca) fino a far coincidere il livello con l’ingresso del piano terra del fienile. Questi lavori saranno piuttosto lunghi e complicati perché ci sono due dislivelli, che creano dei fossi, da riempire.
Infine, anche dall’altro lato della casa, il lato nord, dovremmo sbancare, ma qui solo un poco: dilavamenti e accumuli hanno alzato il terreno e mangiato la parte bassa della facciata della casa. Anche qui un muricciolo, o una siepe, comunque non altissimo, a monte, permetterà di contenere il livello superiore, quello del campo non di mia proprietà, e di evitare altri progressivi seppur lenti movimenti del terreno verso la casa.
Quindi, la nostra gestalt è mantenere il naturale scivolamento a fiume, ma razionalizzando il tutto su due macro livelli che dialogheranno con delle scalette interne. Chissà quando ma intanto abbiamo avuto una lettura su quello che vorremo fare e questo aiuterà tutti a lavorare con più focus e chiarezza!


La planimetria di Bisarno.