Abbiamo passato gli ultimi giorni del mese in tranquillità, ancora fra le convalescenze ma tutto sommato in ripresa. Per Pasqua eravamo dai miei: abbiamo regalato alle bambine una giornata con tutti e quattro i nonni. Mamma in grande spolvero, clima allegro e abbondanti libagioni: buone e ben presentate. Nel pomeriggio – i due nonni uomini e io – siamo poi andati a piedi a Bisarno e abbiamo conosciuto il vicino, proprietario di una colonica leopoldina molto vicina alla nostra. Vive da sempre in quella zona ed é stato un piacere portare alla vita alcuni aspetti della casa ormai fagocitati dal tempo. Ci ha raccontato cosa accadeva negli anni Sessanta. Delle vasche di acqua situate sul ciglio della nostra strada, dove le lavandare si recavano a lavare i panni. Della concimaia e del trogolo dei maiali accanto al fienile. Dell’aia a opus incertum che arrivava fino all’orto. Dei ciliegi “duroni” piantati dove ora si trova il campo di erba medica e della “tempra” del contadino che aggrediva a fucilate tutti coloro che – spesso ragazzini in bicicletta – provavano a rubargli le ciliegie mature. E del vino: al secondo piano di Bisarno, nella stanza che poi é stata adibita a bagno e che lo sarà ancora al termine del restauro, si appassivano nei graticci le uve per il vin santo. Nel fienile, al piano terra, quello parzialmente interrato, vi si trovava una cantina di vinificazione (negli ultimi anni era stato invece adibito a sala prova per dei gruppi musicali): nella mia idea questa stanza tornerà a essere una cantina, di vino già in bottiglia però, oltre al rustico dove fare pantagrueliche libagioni con amici. Nel frattempo, i lavori al tetto procedono a discreti ritmi, seppur a occhio nudo si notano poco i progressi. Adesso siamo a ripristinare la copertura della torre piccionaia, a due falde a capanna. Su due lati speculari si é optato per un allargamento della tettoia attraverso la tecnica della gronda laterizia, vista l’impossibilità di una classica gronda con la seggiola in legno, ottocentesca, come siamo abituati a vedere nelle case di campagna. La gronda laterizia é invece tipica delle falde delle costruzioni medievali e crea un effetto molto austero ma gradevole da vedere. Poi scivoleremo verso gli altri moduli, falda dopo falda dopo falda dopo falda.