L’esercizio dell’ottimismo.

I giorni corrono. I miei propositi di acquisire lentezza come la Tartaruga di Lauzi assomigliano molto a un autoinganno sveviano: nobili ma poi la realtà mi impone altro. Sono rientrato dal Vinitaly e adesso sto scivolando verso sud a bordo di un treno che mi porterà nell’urbe per una intensa giornata di lavoro. Treno che mi piacerebbe anche come mezzo, se non lo soffrissi più di quanto soffrivo una girata in auto sul Muraglione quando ero bambino e, soprattutto, se non fossimo, io e chi è più pendolare di me, vessati sistematicamente da disservizi, ritardi sistematici e arretramento tecnologico imbarazzante: ieri a Verona non funzionava il server per un cambio di prenotazione – treno per la cronaca poi arrivato con robusto ritardo a Firenze. Stamani mattina non funzionava la biglietteria elettronica e ciò che mi ha infastidito è il disinteresse del personale palesato al momento della mia segnalazione – treno poi per ma cronaca partito con dieci minuti di ritardo. Vabbè. Il Vinitaly è stato intenso ma ha funzionato concentrare in due giorni i principali appuntamenti. Sono rientrato stanco anche per le non perfette condizioni di questi mesi ma tutto sommato soddisfatto. E intanto, assorto in questo viaggiare lavorativo, sono ben tre giorni che non vedo Bisarno: devo gestire l’astinenza! Si perché vivere così a stretto contatto gli avanzamenti dei lavori mi ha generato questo sentimento bivalente di odio-amore: mi sento stranito a non esserci in queste ore, in astinenza appunto, ma anche un po’ più rilassato. Comunque, non avró fatto sopralluoghi nelle ultime 72 ore ma ovviamente non sono mancate (quando mai) telefonate, mail, messaggi per assicurare che il flusso di lavoro in cantiere abbia meno inciampi e incertezze possibili. Il livellante al primo piano è pressoché posato. Stiamo stuccando le due pareti della scala che lasceremo a vista. I davanzali in cotto storico sono stati tutti edificati: splendidi. Abbiamo fissato il giorno dell’installazione del camino e la prossima settimana faremo le coibentazioni interne per poi rivestirle in cartongesso, così come inizieremo a trattare e verniciare i correnti e le travi, opera dalla quale mi aspetto egregi risultati: sono soffitti storici e abbiamo tentato di recuperarli il più possibile. Dovremmo purtroppo rifare delle sistemazioni murarie alle tre finestre arcuate ma abbiamo soluzioni buone. Fortunatamente la data di consegna della pompa di calore non è così remota come temevo. L’idraulico farà i bagni a fine mese e poi proseguirà con l’installazione e il famigerato shock termico dei massetti, da fare prima della chimerica posa della resina, ultimissimo lavoro prima degli arredi. All’esterno prosegue la trasformazione del porcile in centrale termica – giorni e giorni di lavoro – e oggi riprendiamo anche le stuccature sulla facciata a pietra, vero vanto storico-estetico del podere. Insomma, Bisarno prepasquale è una miscela molto equilibrata di bianchi e neri, di mezzi pieni o mezzi vuoti, di problematiche e risoluzioni, di costi o investimenti, di emozioni e nervosismi. L’esercizio dell’ottimismo è più che mai necessario e fondamentale perché ogni lettura di questo periodo può essere legittima e non vedo quindi perché non far prevalere quella più solare: tanto più che le dolci temperature primaverili di queste ore aiutano.