La prima domenica di autunno.

Siamo entrati nell’autunno con giornate splendide di giorno e fresche, quasi fredde, la sera. Ne beneficiano le uve – credo che quest’anno la vendemmia sarà davvero ottima, fuori dalla retorica buonistica che ogni ultima sia la migliore – e, per esteso, la natura, dai colori accesi e contrastati che ci ricorda come si sia alle porte del suo riposo stagionale. E anche noi umani, che ci godiamo di un clima davvero piacevole e frizzante…

Oggi è l’eccezione: domenica mattina e grigia giornata di pioggia umida. Ne approfitto per fare un po’ di pulizia e ordine sia nelle email che in casa, con Costanza – raffreddata e moccicosa, nova… – qui con me, mentre la Laura e la Matilde si stanno dilettando in piscina. Siamo un po’ stanchi. Il lavoro, dal suo reinizio a fine agosto, ha preteso tempo e concentrazione, con tantissime attività (Cookstock, il Jazz Festival, la trasferta di lavoro a Stoccolma), riorganizzazioni in atto e l’apertura prossima ventura de Le Tre Rane di Ruffino a Poggio Casciano, un progetto che sta entusiasmando un po’ tutti ma che richiede energie, idee, programmazione e, non ultimo, sintesi e coordinamento dei tanti talenti coinvolti. Ma ci siamo quasi: i menù sono definiti, le architetture ripristinate secondo la nostra idea di convivialità, le squadre di cucina e sala quasi pronte…Ruffino e i suoi valori di marchio saranno esperiti, anzi, goduti, in una piacevole, gustosa e bella atmosfera: la Kalogakathia (unire cioè il bello e il buono per ricavarne un piacere) applicata alla tenuta Ruffino di Poggio Casciano e per esteso a ogni attività di Ruffino. Sono infatti convinto che se si riuscirà in ogni evento, sponsorizzazioni, degustazioni a far vivere, a ricreare questi concetti, Ruffino si eleverà in percepito e forza di marchio, e bere un calice di uno dei nostri vini costituirà non solo un momento gustativo ma anche una immedesimazione in grado di veicolare piacevolezza, relax, informalità e buon gusto.

Questi ragionamenti è qualche anno ormai, quasi 5, che li faccio nel percorso di ristrutturazione di Bisarno. Molte scelte sono state senz’altro guidata dall’estetica e dalla riproposizione storico e culturale di una antica casa di campagna, ma i motori forti sono stati le possibilità conviviali e rilassanti che mi offriva la casa, con la sua aia osmotica alla cucina, la pergola, la grande sala da pranzo, il camino, la vasca da bagno sulla finestra che guarda le vigne, la tavola di legno con le seggiole colorate, l’orto…

Adesso che si è concluso l’ingentilimento della porcilaia e la creazione di alcuni sentieri per muoversi nell’orto, da domani si ritorna nella facciata di Bisarno, con l’idea di concludere i marciapiedi e, soprattutto, l’ultima facciata…Avanti tutta, senza pensare troppo, e come mi piace molto dire, e come piaceva dirlo anche meglio a Gramsci, proseguiamo con l’ottimismo dell’azione, fregandocene un attimo del pessimismo del pensiero.