Cielo plumbeo. Bisarno visto da Bisarno 2. |
Cielo plumbeo e umido. Un altro sabato a ripulire l’aia e a tappare i buchi fatti per le fosse e le cisterne. Altri sassi portati via. Io, vestito da muratore tedesco (ho i calzini di spugna tenuti su e pantaloncini corti) mi sto dedicando a fare un po’ di pulizia – riempiendo sacchi neri su sacchi neri – per dare un senso alla mia presenza in cantiere, senza dimenticare il mio ruolo da cronista animando il gruppo WhatsApp Bisarno Murature con la fotocronaca dei lavori. Attorno altri operai nei campi limitrofi stanno creando suggestive rotoballe mentre i vigneti più in lontananza verdeggiano assetati attorno alla torre della Pievecchia.
La mattina è cominciata presto, prestissimo e alle 8.30 abbiamo goduto il piacere di una pausa-colazione nell’aia della fattoria leopoldina qui accanto, con pane sciocco, un prosciutto del Casentino saporito e ben tirato, una finocchioncina e del vinello ruspante. “Niente di più bello” – ha asserito il mio vicino, proprietario della casa, persona con cui ho grande intesa e che sta dipingendo, con le sue ruspe, gli spazi esterni di casa mia. Io sono proprio d’accordo con lui: semplicità, convivialità, piacere di godersi un momento di pausa con gusto e in serenità con attenzione al bello delle piccole e grandi cose che ci circondano. Come in un romanzo di Murakami si intersecano tante realtà nella mia vita di corsa di questi ultimi mesi. Mi sembra quasi che le atmosfere che ho descritto nel libro “La Toscana di Ruffino” mi abbiano abbracciato e da carta siano diventate vere. Vivo gli stessi stilemi che poi per lavoro devo raccontare come responsabile comunicazione Ruffino (la semplicità della vita di campagna, il gusto di stare insieme). Ho avuto la fortuna di vivere una casa al mare in Maremma che ha un pergolato odoroso di sole e luminoso di rosmarino e cicale e che mi ha fatto pensare moltissimo. Questo blog è al contempo autobiografico e corale, fango e poesia, abbecedario della vita di campagna e bestiario di un restauro lungo, teso e complicatissimo.
Sí: Bisarno si è proiettata oltre la sua aia e mi ha magnetizzato la vita. Semplicità, piacevolezza, familiarità e affetti, progettualità, gusto, autodeterminazione. Tutto si è intrecciato in questi quasi ultimi due anni. È come se ci fosse stata una trama predefinita scritta da altri che pian pianino, a dieci giorni dal previsto primo giorno a Bisarno, si sta svelando mentre la vivo in affannosa corsa verso – speriamo! – un agognato e desiderato lieto fine. Una fine che poi altro non sarà che la prima pagina di una nuova storia.
Grandi lavori a coprire le fosse biologiche. |