L’orto sinergico. Ornamentale. Biologico. Sfoglio “Il piacere dell’orto” di Slow Food. Disegno sui progetti dello spazio esterno. Scribacchio appunti: leguminose, liliacee, fiori funzionali. Nella mia testa si sovrappongono idee ed entusiasmi: un orto, il mio orto, che rispecchi i miei gusti, racconti la mia terra e contribuisca alla bellezza del luogo.
Fuori diluvia, è una strana domenica mattina di attesa: prima di andare a pranzo dai nonni, prima che ripartano i lavori, prima che asciughi, prima che arrivi la bella stagione.
E niente di meglio che progettare, documentarsi, fantasticare: pomodori, aromatiche, i cavoli, i radicchi, i peperoncini, sei vasche aiuole, attorno alcuni alberelli da frutto, qualche giaggiolo.
E ieri insieme ai nonni siamo andati per vivai a comprare le piante per la siepe a scarpata che delimita la nostra aia con la strada sterrata sottostante: pianteremo la lavanda in apice, contigua con il lastricato, e il rosmarino e il rosmarino prostrato giu verso il muricciolo sulla strada. Poi timo dorato e salvia, in quel fazzoletto di siepe dopo il nocio che la divide in due parti diseguali.
Chiudo il progetto, da quanto premevo sul foglio la mina del lapis si è spezzata. Mi affaccio fuori dalla finestra della torre. Sta diluviando. Lo spazio che accoglierà l’orto è a oggi, 18 febbraio 2018, solo una spianata di terra fradicia, ma io ci intravedo già il nostro giardino delle delizie. E mi godo questa fase costruens mentre l’inverno finisce il suo corso.