Notte di Natale. Le bambine sono ancora sovraccitate del carico emotivo di questi giorni e non riescono a prendere sonno malgrado siano ormai le undici della sera. Sono stati giorni relativamente sereni, costruiti attorno a colorate tavole adorne di cibo e vino e ai sorrisi meravigliati delle piccole.
Per la vigilia siamo stati dagli zii, con le mie cugine, i miei genitori e i genitori del compagno della mia cugina più grande, oltre a degli amici honduregni che ormai da qualche anno sono come parte della famiglia. La vigilia è il momento più emozionante perché coincide con l’apertura dei regali, tutti accatastati attorno al piccolo albero di Natale della zia. Pur non essendo particolarmente religiosi, ci piace rispettare le tradizioni e gli zii hanno imbandito una gustosa cena di pesce: dei crostoni di moscardini, una penna con ragù di mare e il gran piatto – il bollito di mare accompagnato da diverse salse, oltre a un panettone fatto in casa come dolce. Poi il gran momento dei regali, che si è concluso fra risate e ringraziamenti alle porte della mezzanotte. Le due bambine più grandi (Matilde e la sua amichetta di qualche anno più grande Jamila) si sono anche vestite da babbo Natale. Negli anni scorsi lo faceva la zia, col risultato però di spaventare sistematicamente entrambe le bambine. Quest’anno hanno ben pensato di esorcizzare quel momento tanto atteso quanto temuto indossando loro stesse i panni rossi e barbuti di Santa Klaus, per la gioia irrefrenabile della Mignola.
La giornata di oggi è stata più formale, con un barocco pranzo di Natale a casa dei miei, anche coi nonni materni: una piccola tavola di 8 persone al cui centro dominava una squisita Riserva Ducale Oro 1985 che ha avuto il suo climax coi tortellini in brodo di mia mamma.
Ci siamo alzati da tavola oltre le tre e alle 19.30 eravamo di nuovo a tavola per il bollito con la salsa verde, un altro grande classico natalizio.