Con le prime escursioni termiche di questo splendido metà ottobre sono arrivate le nebbie mattutine a regalare delle atmosfere nuove e incantate ai nostri risvegli: ieri abbiamo fatto colazione con due caprioli che brucavano fra la bruma e la rugiada l’erba medica del campo limitrofo, mentre progressivamente le cime delle colline davanti casa riuscivano a bucare il mare soffice di nebbia che nascondeva Bisarno, rivelando un cielo azzurro vivo, la torre della Pievecchia, le ville e i vigneti a monte.
A me questo clima ha anche portato il raffreddore e i primi moccichi che sto cercando tamponare con la medicina tradizionale, vitamine e balsami e oli di erboristeria. Quest’anno devo evitare di ripetere un anno così funestato da continue bronchiti e sto cercando di prepararmi al meglio ai primi freddi che non sono lontani.
Bisarno e la sua aia sono sempre un cantiere aperto e nelle ultime settimane si é lavorato per collegare l’aia al livello sottostante, dove si trova il piano terra e l’ingresso del fienile. É in costruzione una scala a L in pietra, un altro lavoro certosino, lungo e faticoso, e il muro di confine lungo la strada bianca.