Quest’anno abbiamo trascorso le vacanze di agosto nella splendida Amsterdam, in una meravigliosa casa torre che si affacciava sul Vondel Park. Attraverso questo nido fresco ed elegante, abbiamo vissuto come fossimo degli amsterdammer, incluse le biciclette all’ingresso, e il car sharing.
Una vacanza viaggio, come sempre, nello spirito di calarsi nel luogo, imbibersi delle bellezze che ci offrono: nel caso di Amsterdam e dell’Olanda musei di arte fiamminga e contemporanea, parchi verdissimi, canali, cucina orientale, birra, tanto movimento – a piedi, pedalando e anche in kayak nei canali.
Eravamo un gruppo di 14 amici, noi nella nostra casa ad Amsterdam e altre tre famiglie, le stesse con cui giovincelli e senza figli peregrinavamo entusiasti l’Europa e il Medio Oriente, in una casa poco fuori la città: è stata una emozione ricondivere un viaggio, seppur più semplice nelle dinamiche, con le stesse persone diventate però adulte e genitori.
La nostra casa era già parte della vacanza: una casa su quaatro piani, squisitamente arredata, con inserti di design che si innestavano su strutture classiche e scale ripide. Attorno a noi, una atmosfera da village, che avevamo per esempio a Parigi nella nostra casa in Canal Sant Martin, con enoteca, formaggeria, specialty coffe, pub letteramente sotto casa, e il parco per fare due passi o una pedalata. 10 minuti a piedi e raggiungevamo l’area dei musei, con la sacra trinità del Rijks – Rembrandt e Veermer davvero pittori sublimi, di ritrattistiche vere, sofferte, cupe -, del Van Gogh e dello Stedelijk.
A nord dell’area dei musei, il quartiere Joordan, coi gretchen più belli e il museo Anna Frank (visto, esperienza davvero molto forte), e a sud De Pijp, altro quartiere di grande vivibilità. Una delle novità che mi sono piaciute di più da un punto di vista urbanistico è il quartiere De Noord, con la conversione di capannoni industriali a luoghi di arte moderna e ambienti enogastronomici con tendenze green e di riuso.
Ci siamo divertiti a provare le tante cucine che gli olandesi hanno introdotto in città nella loro golden age del XVII secolo, fra cui la mia preferita, la cucina indonesiana, ma ottime sono state anche le esperienze col tailandese, con le birre olandesi, col libanese – abbiamo trovato una hummus house paradisiaca.
La città si gira benissimo in bicicletta, meglio che a piedi perchè da pedoni si fa molta fatica a capire quali siano i limiti e i confini coi ciclisti e le auto. Ma nel parco, ancora meglio, visto che non ci sono le auto. Diverse volte, tutti e quattro, abbiamo impugnato le biciclette sotto casa e pedalato nel Vondel Park, arietta fresca nel viso, fra persone che facevano palestra, o yoga, o sorseggiavano una birra, o amoreggiavano, o giocavano coi loro bellissimi cani.
Carico di presenza anche il pic nic che abbiamo imbandito sempre nel nostro Vondel Park, con formaggi, selezione di vini, salumi, hummus, cioccolata Tony, i caramellosi stroopwaffel e l’iPad sincronizzato con la finale di pallavolo alle Olimpiadi.
La giornata più divertente e piena è stata quella del Pride Amsterdam, una marea coloratissima di persone che hanno ballato fra le vie e nelle chiatte nei canali. Abbiamo avuto la fortuna di essere la mattina al museo della scienza, Nemo, dove, in un canale limitrofo, partiva la boat parade, che di fatto abbiamo con entusiasmo e partecipazione seguito in ogni suo afflato danzereccio.
E ovviamente, abbiamo comprato anche i tulipani, nel mercato dei fiori di Amsterdam: ho una bellissima idea per dove mettere i bulbi qui a Bisarno!
Ma l’Olanda non è solo Amsterdam e abbiamo scoperto delle vere e proprie perle, da Utrecht – dove ci siamo divertiti a esplorare la cittadina via kayak! – ad Harlem (dove abbiamo assaggiato fra le birre più buone della mia vita, nella chiesa-birreria JOPEN), passando per Gouda, il paese del più famoso prodotto olandese, il formaggio Gouda, dove abbiamo mangiato formaggio con formaggio con formaggio, in una piazza del mercato dove ancora c’è la battitura d’asta dei formaggi. O sul mare del nord, in uno sperduto paese di cui non ricordo il nome, ma che finisce ovviamente in DAM, dove abbiamo partecipato alla sagra del paese in cui si servivano cozze e aringhe direttamente affumicate pescate dai pescatori del paese: quel vinello spagnolo era una delizia, e le cozze…ahhhh! O Delft, il paese delle celebri ceramiche biancoazzurre, dove ho comprato un meraviglioso gufo in lamiera fatto con logiche di fair trade, perchè un bellissimo portatulipani di Delft me lo avevano già regalato. Ovviamente, abbiamo visto anche i molini a vento, ma forse quello è stato il posto più turisticizzato e meno affascinante. Dappertutto, ad Amsterdam come nelle città più piccole, nei paesi, nella natura, la mano dell’uomo che manda via l’acqua, che crea canali, dighe, ponti, che del mare ha fatto un punto di forza, di commercio, di navigazione, di pensiero scientifico, di inclusione e apertura. Un concetto fortissimo quello di essere una terra fisicamente da sottrarre al mare, che altrimenti ingoierebbe tutto.
Insomma, una vacanza splendida, con amici, al fresco, fra arte, cultura, approccio green, apertura, sapori da tutto il mondo.