Siamo a ottobre. Uno dei pezzi meno noti degli U2, strumentale con un breve haiku lirico, trasferisce perfettamente le meravigliose dicotomie di un mese acceso di luce e colori a un passo dalla sua necrosi.
Avevo definito luglio un mese matto e disperatissimo. Non lo è stato agosto per le vacanze di gran parte della truppa. E’ tornato invece a esserlo settembre, un settembre con pochissima pioggia (buono per la fase finale della maturazione dell’uva) che ci ha permesso di riprendere ritmi decisamente alti, senza interruzioni.
Soprattutto, l’ultimo giorno di settembre abbiamo concluso, dopo cinque mesi, il rifacimento di tutte le coperture di Bisarno. Sì, il tetto è finito! Un lavorone che mi ha fatto conoscere professionisti in gamba e divertenti, che mi hanno aiutato a restituire alla colonica uno degli elementi più importanti, che ci dà entusiasmo e forze, visto i precari, precarissimi equilibri economici su cui stiamo aleggiando, visto che ancora non siamo riusciti a vendere la nostra casetta di San Francesco. Adesso in Bisarno manca tutto dentro e ancora molto nelle facciate esterne e interne, ma abbiamo solide fondamenta – costruttive e mentali – su cui trovare nuovo slancio!
E come qualche mese fa mi ero lamentato di un oceano ancora vasto e infinito davanti a me, la navicella adesso naviga con un discreto umore collettivo e, se non la proda finale, si comincia a intravedere almeno una isoletta cui adagiarsi e che ci permetterà di rifiatare, amoreggiare con Circe, guardare meglio le mappe e prepararsi all’altra perigliosa ed eccitante metà della traversata, che dovrebbe concludersi fra l’estate e l’autunno prossimo: “Fatti non foste a viver come bruti, ma a perseguir virtute e canoscenza”. Caro Dante, ci provo, da sempre e in ogni ambito che caratterizza la mia vita: Ulisse sempre!
La falda del tetto sopra camera nostra. |