Pasquetta

Siamo arrivati a questa Pasqua un po’ stanchi dopo mesi di lavoro in cui i carichi psicologici e da trasferta (da marzo Londra, Milano, Dusseldorf, Verona quasi tutto consecutivo) erano tutt’altro che irrilevanti.

Malgrado una stagione ancora prettamente invernale (ventosa e a giorni anche gonfia di pioggia) siamo riusciti a vivere tre giorni, incluso il sabato, decisamente catartici, nella bellezza dello stare insieme.

Intanto, sono riuscito (parzialmente) a domare un decespugliatore – o frullino, come viene chiamato in Toscana -. Composizione della miscela, istruzioni di lavoro da parte del paziente suocero, autonomia nell’accensione (mai banale), casco antisassolini e, con una mobilità che mi faceva assomigliare a un ghostbuster, ho iniziato a tagliare la giungla primaverile attorno a Bisarno.

Poi, fortunatamente, sono stato anche aiutato da dei professionisti, ma aver comunque rotto il muro psicologico è per me stato molto importante. A partire dal pozzo e della lanterna rossa, accanto al ciliegio fiorito, fino ad arrivare a nord alla linea di confine marcata dai biancospini e dai cipressi, passando dalle more, dalla concimaia, dal frutteto e dalla bordura di rosa canina, un lavoro di ordine e pulizia che mi ha altamente soddisfatto. Vero, ho inalato polline e allergeni da erba recisa per crisi allergiche imperiture, ma la soddisfazione del lavoro compiuto è ineguagliabile.

Adesso mi sono dato un altro obiettivo: rendermi anche autonomo, o semi, con la motozappa, per la lavorazione del piccolo appezzamento che ormai dedico all’orto, la zona dell’Orto dei nati storti.

Pian pianino, sto apprendendo tutte le tre grandi arti del lavoratore di campagna: potature e legamenti, trattamenti per malattie, lavorazioni del terreno- Ed è estremamente appagante vedere quanto la campagna, la natura, se curata, se quasi coccolata, sappia restituire. Non l’indomani, non nell’immediato, ma grazie al tempo. Quest’aprile sto godendo di fioriture, di piante sane e ubertose grazie agli sforzi negli anni prima, che mi erano quasi parsi vani e li per li mi avevano molto frustrato.

Poi le giornate di Pasqua e Pasquetta, l’atmosfera era intima e rilassata. Pranzo di Pasqua coi parenti, con agnello, coratella, crespelle e un uovo gigantesco. Format simile per Pasquetta, con gli Zanoni e i Brambilla. E i micini sempre più belli!