Sono tornato da Amburgo carico ed entusiasta e mi sono ributtato sul lavoro. Ruffino Cares, il nuovo progetto su cui sto lavorando da qualche mese, correlato al bere responsabile, è ormai alle porte e sta acquisendo giorno dopo giorno una dimensione più grandi e nuovi contenuti. Nei prossimi giorni dedicherò al progetto, di cui per adesso ho fatto solo comunicazione informale tramite i miei social, tutta l’attenzione che merita, anche nel mio piccolo grande blog.
Del resto, riflettevo ieri, tutto in questi anni si è magicamente intrecciato: il restauro di Bisarno, questo blog che ne racconta le peripezie, la stesura del libro La Toscana di Ruffino che ha in copertina il mio fienile e definisce con sguardo più preciso il concetto de “la vita Ruffino”. E adesso Ruffino Cares, che si erge sul concetto di convivialità affettiva, dello stare insieme in forme responsabili e mai eccessive. Penso alla tavola di legno sotto la pergola, ai tanti bei momenti che ci regala. Vita privata. Sogni. Lavoro. Progetti. Idee.
Intanto mi dedico alle cure della casa, soprattutto degli spazi verdi e dell’orto in cui mi sono con grande soddisfazione ingaglioffato in queste ultime settimane. Le grandi piogge di maggio hanno aiutato la crescita delle piante e in questi giorni saluto l’arrivo dei primi fiori di zucca, di rigogliosi cavoli neri, seppur mangiucchiati, dei primi peperoncini, ancora verdi.
L’altra sera è stato un piacere cenare con il pesto fatto col mio basilico (basilico di Matilde per essere attinenti al cartellino con cui abbiamo censito ogni nostra coltura) e godere di una sontuosa frittura di salvia gigante, che prospera nel giardino delle aromatiche.
E molti altri frutti arriveranno con l’incedere dell’estate. Pazienza, sudore, passione.