Questa settimana sono iniziati i lavori di ristrutturazione del tetto. Prima di operare, abbiamo ligiamente ossequiato le pressanti normative su sicurezza e ora ci troviamo con un ponteggio semi-perimetrale che avvolge il complesso. A breve racconterò con una etichetta speciale di questo blog chiamata “L’azzeccagarbugli” – anzi, lo racconterà la mia dolciastra metà che di mestiere fa l’avvocato, sebbene lei si occupi di penale – le mille gabelle, le tortuose normative, le pressanti procedure, le trame kafkiane, le grottesche interazioni coi funzionari pubblici e con le grandi aziende – che vincolano e impegolano il restauro di una casa. Penso che stiamo acquisendo una certa esperienza relazionale e burocratica e che questa potrà essere molto utile per chi stia intraprendendo un viaggio simile al nostro. Comunque, prima ancora di iniziare il tetto, optando per un intervento estremamente conservativo, abbiamo cominciato col sabbiare i tetti interni per capire lo stato di correnti, tabelle in cotto e travi, i tre elementi che costituiscono la superficie interna del tetto.
La sabbiatura è una operazione che prevede un getto di aria compressa e micro particelle di sabbia nei confronti di una superficie, al fine di riportare alla luce l’essenza del materiale costruttivo: toglie strati secolari di vernici, sedimentazioni, sporcature di colore e permette quindi di valutare – questa la nostra finalità per questa nostra prima sabbiatura – se ci siano crepe nelle tabelle, i correnti troppo marci, le travi con cicatrici troppo profonde: l’effetto scenico è molto suggestivo, le essenze riportate a vista hanno un colore fra il miele e la paglia, i mattoni un arancio delicato con sfumature cipria.
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Il ponteggio semiperimetrale che avvolge Bisarno |
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Un dettaglio di un soffitto sabbiato. Tabelle, correnti e travi tornate a vita |
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Qui i correnti mostrano meno usura, quindi si presume siano più recenti |
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La trave di colmo con correnti e tabelle della torre |