Semine, fiori e giochi

Questa mattina, a colazione, abbiamo fatto un gioco: quale sarà la prima pianta a fiorire in questi tiepidi giorni di metà febbraio? Matilde ha scelto il mandorlo, Laura il susino, io il pesco e la Mignola il melo. Alberelli a fioritura precoce, più o meno fra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. In realtà, poco prima di partire, ognuno per i propri doveri, mi sono affacciato nell’orto e ho visto un fiorellino giallo acceso spuntate nel filare delle rape. Una cima ha fiorito! Quindi, non ha vinto nessuno, anche se si tratta di un ortaggio, ma quel fiore mi sprona anche ad accelerare la raccolta, perché delle rape si mangiano le cime, prima che fioriscano, appunto, e le foglie più tenere.

Ora non ci resta che trovare qualche ricetta per valorizzare i miei sforzi, un po’ come abbiamo fatto la scorsa settimana, con un virtuoso pesto di cavolo nero e noci del nostro campo.

E anche quest’anno, dopo aver acquistato dei semi da un vivaista pistoiese (che, da quanto lo molesto per chiedere consigli e sciogliermi i dubbi quasi lo sento amico, vero Carlo Martini di Semistrani?), ho iniziato la semina di nuovi peperoncini: bicchierino di plastica, terriccio da semina semino introdotto in piccolo foro fatto con biro, due gocce di acqua, pellicola a coprire e targhetta per indicare la specie. E messi in cucina per la gioia della Corsi appoggiati sul caldo pavimento (grazie pannelli radianti), penombra, in attesa della germinazione e della successiva migrazione in vaso. Ah, anche qui Matilde ha voluto fare lo stesso gioco delle fioriture esterno: “Babbo, facciamo a chi indovina quale piantina di peperoncino spunterà per prima? – io dico Seven Pod Bubblegum!” Io invece ho detto Thunder Mountains, la Mignola il Pink Tiger e la Laura il Cayenna Long Red. 

Tutti insomma non vediamo l’ora di scrollarci di dosso il freddo dell’inverno e di cominciare a goderci il sole delle fioriture e della nuova vita, la prima vera.

Peperoncini, le operazioni di semina.