Ieri era il compleanno di Matilde, la bambina più grande, deliziata ed entusiasta di ogni ricorrenza, capace di esaltarsi per epifaniche intuizioni quali “Lo sai sono nata nello stesso giorno del mio compleanno?”.
Matilde è stata capace di far vivere, anche a me burbero e scontroso, uno splendido compleanno, a metà maggio. Quindi ultimamente grazie a lei ho questa nuova attitudine a far caso alle ricorrenze: e come il restauro di Bisarno ha da poco compiuto mezzo anno, così anche questo piccolo esercizio di stile, questo abbecedario della vita di campagna, il blog insomma, ha compiuto 6 mesi e, lo confesso, stanno arrivando le prime inattese soddisfazioni.
Alcuni post hanno superato le mille visualizzazioni e, seppur siano ancora numeri piccolissimi, spiccioli, inezie nel mare magno e sperduto del web dei guru e degli influencer che lo padroneggiano con fiero cipiglio, fa effetto vedere la crescita rispetto alle prime settimane quando verificavo non più di 20 visualizzazioni per post (parenti e poco più, peraltro) quando andava bene.
In fondo, lo scopo de “Il Bisarno oltre la Sieve” non è stato mai attrarre con argomenti facili, ma annotare, sulla spina dorsale del diario di bordo delle vicissitudini del restauro della nostra futura casa di campagna, le storie personali e universali che le stanno attorno.
Le etichette, che sono le aggregazioni tematiche, con cui ho indicizzato il blog si dividono in due macrocosmi, l’io e la casa di campagna. “Bisarno e il suo restauro” è invece l’etichetta madre che narra tutto il percorso tortuoso del restauro.
Per quanto riguarda l’io, Francesco, ci sono due etichette a vezzeggiarlo: “Le riflessioni extra-vaganti di un comunicatore” racchiude il mio es che si occupa di comunicazione e si è formato da letterato e si apre a commenti di libri, film, canzoni, storie e pensieri sparsi. “Ulissimo” coccola le mie inquietudini e la mia passione per i viaggi.
Tutte le altre etichette definiscono il secondo macrocosmo, il sistema casa di campagna con le sue forme, i sapori e i colori.
“Le architetture di campagna” si concentra sulle strutture abitative della campagna (le murature in pietra e mattoni, le case torre, i fienili etc.).
“Il genio toscano” racchiude storie contadine di guizzo, talento, arguzia e intuito, il genio toscano appunto, elevato da un colorato e saporitissimo dialetto (l’etichetta “Il vocabolario fiorentino” parla proprie delle espressioni più icastiche, maledette e colorate del toscano). Infine, una delle etichette più apprezzate, “Il vino e i mangiari”, mi permette di parlare di cibo, gusto e, above all, di vino, che è la materia del mio io comunicatore e al contempo una delle mie grandi passioni. Questa etichetta diverrà sempre più preponderante fra le storie de “Il Bisarno oltre la Sieve”.
Il tono per tutte le etichette è sempre quello del gioco, degli affetti, dell’ironia, del non prendersi troppo sul serio e sul dissacrare tutto e tutti, a partire dalle mie turbe.
Colonna sonora di questo post? Il capolavoro di Lucio Dalla, uno dei capolavori di Lucio Dalla, “Telefonami fra vent’anni”, a quasi 5 anni dal decesso, visto che i post mi piace che siano aperti e circolari al contempo: non certo un compleanno questo, ma un appuntamento da non dimenticare.
Ma tanto non si muore mai se si riesce a lasciare in vita parole come queste. Buon ascolto e grazie!