Oggi si è chiusa un’altra settimana. Faticosa. Sono davvero stanco. Il mio organismo me lo sta facendo capire da qualche mese, rendendo questi ultimi giorni molto complicati. Sto cercando di prendermi cura della mia salute (con risultati modesti), del cantiere (con nervosismi continui), del mio lavoro (ci sono dei cambiamenti in atto e nuovi progetti che chiamano) e non ultimo del mio essere babbo e compagno: sotto questo aspetto la settimana è stata indelebile perché mercoledì sono andato a pranzo all’asilo della Mignola, coccolato e servito dalla mia bambina più piccola durante la mensa. In quell’ora, in mezzo ai bambini, non sono stato male, nè ansioso, nè sofferente: sono riuscito a godere di una benefica levità.
E, tornando al Bisarno, i progressi paiono compiersi: i pannelli radianti stesi. Pompa di calore ordinata. Caminetto ordinato. Le ultime sabbiature concluse. Resine scelte. Colore dei soffitti individuato. Cappotti termici decisi. Cartongessista venuto. Sopralluogo del falegname fatto. E da domani si iniziano i massetti.
Sono certo che arriverà il giorno che mi godrò tutto – oggi al tramonto Bisarno era bellissima -, mi sentirò meno schiacciato dallo stress, dal tempo, dai conti e dalle incombenze e riuscirò a trasformare in un piacevole ricordo anche queste patologiche ore. Per adesso penso convenga spegnere le emozioni (e invece mi basta un niente e vibro) e astrarsi nella squisitezza algida della logica per trovare la giusta determinazione e l’adeguato slancio verso l’obiettivo magno, e alla fine penso medicamentoso e lenitivo, del trasferimento a Bisarno.