Domenica mattina. Fuori una coltre di brina e un cielo bianco pallido anticipano finalmente, dopo i tanti consecutivi umidi giorni piovosi, una bella giornata di sole, seppure fredda.
Io mi sono alzato presto, prima di tutti: ho bevuto un po’ di latte – poco perché altrimenti non sarebbe bastato per le altre – e mi sono messo a tocchicciare i due alberi di agrumi (un limone e un arancio) che da qualche settimana ingentiliscono di odorosa presenza la nostra sala.
Sono tornato su al piano notte e Matilde si era svegliata e stava esercitandosi, al soffice delle sue coperte e baciata da una luce sempre più alta, nella lettura in stampatello di un libro sui nonni preso in biblioteca. Le altre dormivano ancora malgrado ormai la casa avesse preso vita.
Ieri abbiamo trascorso la giornata presso la tenuta di Poggio Casciano, una delle fattorie di Ruffino. Avevamo organizzato Natale in tenuta, con la possibilità di visitare le cantine rinascimentali, degustare i nostri vini e acquistarli, insieme ad altre prelibatezze toscane, fra cui formaggi, cioccolato, farine speciali, pani e prodotti da forno. Per tutti noi questo evento ha assunto i connotati di un ricordo vivo di Edoardo, grazie alla presenza anche dei suoi genitori, dei suoi amici, dei suoi zii e delle persone che gli erano più vicine. Oggi sono tre settimane dal suo gesto. Non mi é per niente facile scriverne. Sento molta rabbia, tantissima mancanza, la colpa per non aver capito come aiutarlo, dispiacere per chi gli é sopravvissuto e dovrà convivere con un vuoto e delle domande enormi. Mi innervosisco per tutto e faccio molta fatica a rigenerarmi, a divertirmi, a stare su, a godere delle mie cose e dei miei affetti. Ci vorrà tempo.
Scendo giù di nuovo. Sono di nuovo in sala. Matilde dalla lettura é passata a dei lavoretti carta-colla e alla decorazioni di Natale: non vede l’ora che arrivi quei giorni e si sta dedicando ai regali e alle confezioni, canticchiando allegra mentre solerte si adopera alle sue fatiche. Accendo le luci dell’albero di Natale che abbiamo fatto venerdi 15, un po’ in ritardo quest’anno per colpa della mia trasferta in Asia. É un albero davvero monumentale, grande, slanciato, sotto il quale sono adagiati alcuni regalini. L’odore resinato dell’abete incontra le fragranze fresche e floreali del limone e dell’arancio. Le intermittenze delle lucine sull’albero dialogano coi raggi del sole che filtrano dai finestroni. Un’arca di luci e profumi che mi àncora, mi obbliga al mio presente. Ricevo in dono uno dei lavoretti di Matilde appena confezionato, con dedica “per il mio babbo”. Lo costudisco insieme agli altri. Il sole del mattino ha invaso la casa. Si stanno svegliando anche le altre.