Vacanze in Sicilia terminate. Decise appena ricevuti gli esiti buoni dell’esami di controllo: un agriturismo fra i capperi, i fichi d’India, gli agrumi e la pietra non lontano da Modica, Agriturismo Valle dell’Acanto, un paradiso dove approdavamo inebriati di rientro di giornate ubertose di colori, sapori e bellezze.
La sosta a Cosenza. Poi Taormina (e al rientro Castelmole e l’Aida al teatro greco). La Sicilia gialla del Barocco: Scicli, Ragusa, Modica e Nota. Del mare azzurro e delle spiagge profumate di fico e zagara. Dei paeselli bianchi sul mare. Dei sapori policromi di scaccie, cannoli, granite, gelati, cassate…ah le cassete. Di pesce spada e di ricci. Pistacchi e gelsi. Di ricotte ancora calde. Dei vini sapidi e cremosi. Del latte alle mandorle. Della birra Messina ai cristalli di sale. Delle tonnare (Marzamemi e Vendicari). Della meraviglia di Ortigia. Dei tuffi in piscina. Dei libri che ci accompagnavano, ognuno il suo e la Lonely Planet per tutti. Della musica nelle tante ore di auto: Hypnotized sentita fino alla noia. Di nuovo il battello nello stretto. Di nuovo la perfetta Salerno – Reggio Calabria e ancora la Calabria del mare stavolta: Pizzo, Tropea, Capo Vaticano e i profumi di Acqua degli Dei, di cipolla rossa, del gelato alla nocciola di Pizzo, dell’amicizia con Fabio, che ci ha reso quei due giorni ancora più saporiti e belli. E l’ultimo giorno, epitome climax della vacanza, Matera e i suoi sassi, la bellezza per antonomasia, col brivido della Matilde “smarrita” e la lunga passeggiata al crepuscolo fra stradine e meraviglie, brindando con un calice di Aglianico a questa vissuta, anzi, goduta, parentesi di vita.