Si spoglia!

Ed eccoci ufficialmente ai primi lavori: sabato 16 gennaio abbiamo infatti iniziato la demolizione degli intonaci! Mi sono preparato con una ineccepibile vestizione da eroe classico: tre maglioni (il più esterno comprato a un banchino del mercato di San Lorenzo a Firenze in una forca del gennaio 1994), uno sopra l’altro per proteggermi dalla prima vera giornata fredda di questo umido 2016 e a garantirmi l’apparenza di pettorali squadrati e potenti; pantaloni di velluto ormai lisi; vetusti scarponcini da neve in vece di una scarpa tecnica anti-infortuni; cappello rosso e guanti da muratore che la più grande delle bambine mi aveva personalmente scelto in mesticheria. Sembravo davvero uno bravo, un muratore esperto e motivato. E’ stata una giornata faticosa ma bellissima, anche se la sera mi sono trovato con un pruriginoso eritema sulla pelle causato dalla lana, i piedi sbucciati e, quando mi soffiavo il naso, il moccico conteneva la polvere nerastra respirata nel giorno. A suo modo, un’esperienza panistica! Durante i “lavori” (le virgolette sono a rispetto degli altri 3 muratori veri)  mi sono più volte perso a supporre storie passate e a sognare future suggestioni abitative, mancando inevitabilmente di ritmo e concentrazione. Abbiamo iniziato le smurature partendo dal punto più alto della casa, il terzo piano della casa torre, che é il nucleo più antico e risalente al Medioevo. La spoliazione di questa stanza apicale ha fatto emergere uno splendido soffitto a doppia falda con travi a vista, che era stato “nascosto” e protetto, le cui condizioni, come tutti i soffitti dei vari moduli che compongono la casa, sono purtroppo tutte da “verificare”.  Togliendo i vecchi intonaci attorno all’unica finestra è emerso anche un suggestivo arco di profondità, che sarà un piacere recuperare e tenere a vista. Scendendo giù dalla scala di cipresso, una botola oggi murata di mattoni garantiva un passaggio nel sottotetto. Alcune pietre e mattoni emerse dalla secolare calce sono apparse cauterizzate, in una zona ben lontana dal passaggio della canna fumaria e comunque troppo bruciate per dare la colpa al camino: probabilmente un qualche incendio passato, che mi ha fatto fantasticare di guerre e saccheggi, viste le origini militari della casa-torre, o forse un più banale incendio domestico causato da qualche bizzosa favilla del grande camino al piano terra, dove si trovava l’antica cucina. La scoperta più suggestiva è stata la presenza di una antica feritoia imbutita, architravata con legni ancora integri di quasi 1000 anni, quasi certamente una apertura funzionale a difendersi. Tante scoperte: un bel propellente mentale per le tante cose che dovremo fare!

La feritoia imbutata. Presidio o semplice finestrella? 
I legni dell’architrave sono quasi millenari!