Sono rientrato ieri dal Vinitaly. Ed è stato un bel rientro, accolto dalle bambine e da nuove fioriture in giardino, oltre ad alcune verde da cogliere, come gli ultimi cavoli neri, un finocchio (uno di tutto il cucuzzaro…vabbè, non tutte le ciambelle riescono col buco) e tanti radicchi, di ogni fattezza e cromia.
Il Vinitaly è corso veloce. Ed è stato divertente constatare come molte delle persone che ho incontrato in fiera non mi abbiano, almeno inizialmente, coinvolto per la amata famiglia vinicola, la Ruffino, ma per citarmi un post di questo blog (e vanità vellicata!), per chiedermi dell’orto, per informarsi sulle ristrutturazioni di Bisarno, e – non ultimo – recando seco dei doni per la casa di campagna: su tutti un nostro fornitore che mi ha regalato un gallo nero e due pollastre bianche ovaiole (andremo a prenderle a maggio, ma nel frattempo abbiamo già i nomi: il gallo Vittorio, e Omelette e Lady Cocca le galline), e un altro che mi ha portato dei semini di pomodoro “tondino maremmano”, in modo da arricchire con un nuovo cultivar la mia semina di pomodori strani che, nel frattempo, al rientro, ho visto spuntate e in piena salute, così come i basilici e, udite udite, anche gli ultimi peperoncini!
Al di là di queste bizzarrie, che ormai mi consacrano più come contadino della domenica che come fine comunicatore – e questo nuovo posizionamento manco mi dispiace poi più di tanto – il lavoro è andato bene e si è svolto in un discreto clima aziendale. Certo, sono lontane le emozioni che provavo a ogni Vinitaly, ma questo non è necessariamente un male, e di Vinitaly sopporto ormai poco o nulla . Dico io: si può organizzare una fiera con ambizioni se per entrare e uscire dalla stessa ci vogliono ore, quando poche settimane fa, a Düsseldorf, alla Prowein arrivavano fin dentro i padiglioni ogni sorta di mezzo pubblico e privato? E’ un peccato constatare da orgoglioso italiano che in una quindicina di anni, secondo me, i tedeschi con la Prowein fagociteranno il Vinitaly…