BAR(N)

BAR(N) è il mio laboratorio creativo, il mio personal branding, un po’ studio-agenzia, un po’ wine-bar/cantina, all’interno del piano seminterrato del fienile di Bisarno.

Barn infatti è una parola inglese che significa fienile. Le quattro lettere b a r n sono contenute in Bisarno. Così come le tre di b a r, che rievocano e connettono sia l’antica funzione di cantina, coi tini di vinificazione della fattoria che una volta si trovavano qui, sia l’attuale alcova dell’attuale BAR(N).

BAR(N) è il luogo dove far fiorire idee e progetti, filosofeggiare e sorridere, lasciare un segno, attraverso un modello antichissimo e sublime da sempre praticato in questi ambienti, il simposio, così caro ai raffinati etruschi che proprio qui avevano un piccolo insediamento.

Bisarno, il suo genius loci, ha sempre accolto creatività, spronato spirito libero, ingegno, design di riuso. Infine e soprattutto, ha contribuito a generare bellezza. La bellezza che dobbiamo inseguire sempre. La bellezza che ci nutre e che proviamo a vezzeggiare.

E’ qui che nascono i miei progetti, che penso e creo.

Da un punto di vista del recupero, BAR(N) è un open-space, con un suggestivo soffitto a voltine di mattoni “per ritto” e, nel pavimento, antiche pianelle in cotto. Nell’unica finestrella presente, due persiane antichissime, col legno mangiato dal tempo e rughe profondissime. Fin qui, un classico ambiente da fienile toscano. Su questi stilemi classici abbiamo innestato e cortocircuitato un po’ di pezzi di riuso, modernariato, oggetti di lavoro contadino, divertendoci non poco. BAR(N) è dominato visivamente da una postazione da lavoro di un ufficio postale, risalente agli anni ’50, tutta in lamiera e con linee rigorose e fordiste, con un pianale in formica e una parete verticale attrezzata con delle teche modulari portalettere (che il postino si organizzava prima della sua gita giornaliera di consegne). Questo bancone è stato scartato e riverniciato e ora funge da bancone-bar. Nelle sue teche, adesso, non più buste e fogli ma gli strumenti di preparazione per cocktail. Il bar è illuminato da tre luci industriali a pendaglio che erano state buttate via e che abbiamo salvato e ridipinto due in beige, il colore del bancone, e una in azzurro.

Un vecchio lavamani adagiato sulla sua struttura in ferro, adiacente al bar, fornisce l’acqua corrente con tubi in rame a vista. La ciotola è stata verniciata in azzurro.

Alle spalle, addossata alla parete di fondo, l’enoteca – cantina, creata giuntando due fogli di rete elettrosaldata a maglie di 10 cm, lievemente disallineate l’una dall’altra, per favore l’inserzione in orizzontale delle bottiglie (il collo di una bottiglia è più stretto del sedere e quindi le due reti devono essere dislivellate).

Il bancone-bar, con la sua caratteristica schiena per le teche, divide l’altra zona, l’altra anima dell’open-space, quella di studio/agenzia, con una libreria in in lamiera nera, di gusto molto indie e anche un pizzico industrial, ereditata da uno studio di architetti fiorentino, poi una tavola-scrivania, con due poltroncine vintage (l’Arca di Orlandini) recuperate di seconda mano e la Panton Chair nera come sedia principale. Infine, e soprattutto, un divano in pelle antica, liso e vissuto ma di grande fascino e carisma.

Al centro della stanza una austera stufa a carbone e legna in ghisa, la Warm Morning 414, sempre anni 50′, prodotta dalle illustri FOS, Fonderie e Officine di Saronno, e annoverata fra i beni culturali lombardi, presente chissà da quanto e recuperata dagli strali e dai graffi dell’usura, ci abbraccia di tiepido calore quando il tempo è inclemente.

Infine, due parole sul branding. Sulla genesi del logotipo, cioè il nome, ho già scritto. Un bar dentro un fienile (barn) a Bisarno: BAR(N), con la parentesi che fa sia da vezzo grafico che di significato. Il font è classico, austero, dignitoso, senza grazie: il Roboto. I colori della lettere sono in marrone ruggine, con le parentesi aperta e chiusa in azzurro carta da zucchero. Lo sfondo in cui è iscritto è il beige. Sono una palette colori di richiamo anni ’50 e, come abbiamo detto, guidano anche le scelte cromatiche di interiors dell’open-space, beige, marrone-ruggine e carezze di azzurro. Il logotipo BAR(N) può essere inserito nel logo principale di Bisarno, col portone del fienile come segno grafico dominante.

La scritta a parete in alluminio e lamiera effetto ruggine, con parentesi, ripropone esattamente il logotipo, per font e colori e inclusa la parentesi azzurra: l’ho fatta realizzare da una artigiana bulgara, attraverso Etsy. L’altra riproduce la parola BARN con lettere artigianali in legno decapato: le ho comprate a Barcellona, in un negozio di anticherie catalane, nel quartiere El Born di Barcellona.