Il clip qua sopra mi ha sempre stregato: è una delle scene di un film splendido, “American Beauty”, una riflessione non banale sulle bellezza delle cose.
Questa sera in arrivo al sopralluogo serale di Bisarno, dove ancora una fioca luce quasi primaverile resisteva all’incipiente vespero, ho avuto il piacere di osservare la prima fioritura dell’albero di susino che dall’aia ci osserva ormai da qualche stagione indaffararci nella ristrutturazione.
Un fiorito incanto bianco incastonato fra un caduco spiraglio di luce e le architetture del tempo.
Infatti il fiore, sparuto fra i rami ancora spogli e tante gemme pronte a schiudersi – alle sue spalle le severe murature di Bisarno e sullo sfondo il cielo quasi blu del tramonto ormai in arrivo – mi ha regalato un senso di bellezza fragile e malinconica.
Inseguire il bello è una delle mie ossessioni e intravederlo in questo saluto della natura mi restituisce un agognato senso di pace e serenità, seppur spesso effimero. Come una fioritura appunto.
Ed é come se tutta la pars denstruens, i lavori di demolizione, i problemi burocratici, il lungo inverno e il freddo umido, la poche luce e i colori grigi, fino a questo strano tramonto fiorito dominanti e incombenti, fossero davvero al loro crepuscolo e si intravedesse in lontananza, speranzosa, baluginosa, vera, succosa di piacere, l’alba della pars construens. Il viaggio ha davvero superato la sua metà.
Il fiorito incanto bianco: il primo fiore del susino. |