Cicala e formica. Ottobre caldo e i grandi progetti.

Siamo quasi a metà ottobre e le temperature si mantengono estive. Sono giornate turgide, soleggiate, piene di colori, ma inquietanti se si pensa che in questa stagione poteva capitare già di accendere il fuoco, di gustare l’avvolgente vellutata di zucca gialla, un must autunnale di casa Sorelli, e di arrostire le prime castagne. E invece il 2023 dà l’ennesima conferma del fenomeno del riscaldamento globale.

A Bisarno si mangiano i fichi del Turca, quest’anno ci appaiano ancora più buoni perchè la pianta si è ammalata (il punteruolo nero), le giuggiole, le ultime zucchine dell’orto, i friggitelli che come i peperoncini hanno compiuto un altro giro di maturazione, e le melanzane. I melograni e le noci fanno bella mostra di sè sugli alberi. Ieri, per esempio, abbiamo messo tutto quello che ora offre l’orto nella pizza, fichi inclusi, pizza preparata in un divertente e atipico pranzo pizza del sabato con alcuni amici: ormai la zona cucina esterna, realizzata un anno e mezzo fa, e di fatto inaugurata per la mitologica festa di nozze, si è cristallizzata come una delle zone più belle e più divertenti per vivere Bisarno. E la pizza di ieri, con l’impasto super idratato di Stefano, mi è apparsa come una delle pizze più buone mai mangiate.

Sono anche contento che per il primo anno i peri nani hanno prodotto pere giganti! Come per la vite funestata dalla peronospora, anche l’altra coltura regina della Toscana, l’olivo, mostra i segni di una annata debole, che vedrà una produzione di olive scarsissima e, di conseguenza, olio sempre più caro.

Si, come sempre e in ogni ambito ci sono tensioni dialettiche, visioni complementari, aspetti contraddittori, che determinano una certo dinamismo esistenziale.

Io, come ogni ottobre, è come se subissi la sindrome dell’imminente inverno, della fine di un ciclo. E lo vivo sempre con questo doppio da cicala (la vita è una, troppo spesso lo sottostimo) e da formica. E cerco di fare provviste “mentali” per i giorni bui. Sono queste le ore del progetto del fienile: dopo il BAR(N), il mio studio / laboratorio creativo, che mi ha dato il là ai progetti di autore e narratore che stanno fiorendo e sono fioriti negli ultimi mesi, ci piacerebbe completare, di qui a un anno, anche la ristrutturazione degli altri due piani, e arrivare a un appartamento completo di qui alla fine del 2024, magari, perchè no, l’estate del 2024. E dal 2025, comunque, avere la possibilità di affittare turisticamente il fienile. Stiamo anche pensando al futuro più remoto di Bisarno, e a quello che sarà il principale impatto economico nella gestione dello stesso, ovvero l’energia, che a Bisarno è necessaria, e tanta, per la luce, ovviamente, ma anche per il riscaldamento e l’acqua calda. Chissà che in futuro non si riesca a trovare una quadratura per un impianto fotovoltaico. Inoltre, sono in pieno cammino – beh, pieno, forse andrebbe scritto meglio “appena iniziato” – del Diploma WSET, di cui ho già scritto precedentemente. Fra due settimane avrò il D2, e fra poche settimane mi aspetto, con crescente ansia, il risultato del primo. Per questo, l’ambizione è di conseguirlo entro il 2025.