Settembre.

Quest’anno l’estate è stata breve, volata via nel magico interludio portoghese di fine agosto, fagocitata fin nel suo turgido cuore ferragostano da impegni di lavoro e dallo studio matto e disperatissimo del Diploma.

Del resto, ho sempre scritto che non sopporto agosto: agosto mi ha sempre messo paura, intristito, nel suo eccessivo manifestarsi. Eccessiva la luce, le voglie urlate di divertirsi, il caldo, il senso di qualcosa che sta per finire e che quindi deve essere sutto all’eccesso o si è sbagliati, fuori dal gruppo, distonanti. E’ il mese che i malinconici e i sognatori soffrono, perchè sa di promesse fintamente mantenute.

Settembre invece si apre ai ricordi e ai progetti. Ci si ferma a pensare. Non sono più, purtroppo, il ragazzo che si entusiasmava dei ritorni allo studio, al lavoro, alla “vita adesso” dei percorsi fissati, del maglioncino che già a ottobre in certe serate sarà necessario. Ho perso un po’ quello slancio che adesso si riflette invece sulle bambine, sulla loro attesa del primo giorno di scuola, del diario di comprare, dei libri da ordinare.

Questo sarà l’anno del BAR(N), il mio marchio, il mio laboratorio creativo che troverà completa fioritura, l’ambiente dove sublimare tutta la mia creatività e le mie idee. Sarà l’anno del compimento del fienile di Bisarno, che diverrà una struttura dove accogliere altre persone. Sarà l’anno degli studi del Diploma, quello centrale, che costruirà le basi poi per il terzo conclusivo anno. Un anno da discente ma anche docente. Sarà l’anno de La Molecola della Civiltà, che lo scorso anno mi ha dato enormi soddisfazioni e che mi ha aperto nuove strade e nuove idee. Chissà, forse sarà l’anno del podcast, di un progetto latente che tante circostanze a oggi hanno inibito dallo schiudersi.