Il tric tric delle cesoie

Siamo quasi arrivati a fine febbraio. Oggi è un lunedi piovoso. Aspettavo che riprendessero i lavori nel fienile, ma puntualmente non si è presentato nessuno in cantiere, senza avvertire e malgrado le promesse. Niente di nuovo. Comunque: intanto lo scannafosso esterno è stato compiuto. Per l’estate ho in programma due progetti: il lastricato perimetrale, lato strada, poi davanti al BAR(N) e che proseguirà con una scala fino alla concimaia, e la scala in ferro di connessione fra il piano aia e il primo piano. Obiettivo è avere la struttura al “crudo” entro l’estate: senza impianti, senza arredi, ma utilizzabile per feste, pranzi, stoccaggi. Poi, nel 2025 proveremo a concludere i lavori, ricavandoci un appartamento. Vediamo come andranno le cose.

Un certo nervosismo aleggia in questi mesi. No, non ci sono notizie brutte, fortunatamente, ma su tanti aspetti della mia vita faccio più fatica di un tempo. Al lavoro, nello studio, nelle incombenze familiari, è un periodo un po’ pastoso, magmatico, di energie non sempre positive. Sarà una banale crisi di mezza età, non so, ma sto provando più strade per esorcizzarlo.

La più forte ed efficace è l’immergermi nel qui ed ora della vita di campagna che, dato un inverno mite, sta già rinascendo con gemme e in alcuni casi, per esempio i susini, i mandorli e gli albicocchi, con le prime bellissime fioriture, che ogni volta, a ogni vita rinnovata, mi danno delle emozioni fortissime. Alcuni alberi hanno già 5 anni, qualcuno è qui da sempre, altri sono nei primissimi anni. E questo è il periodo delle potature. Quest’anno mi sono comprato un bellissimo libro, “Potatura Facile”, davvero un bel testo, scritto da Pietro Isolan e Mattia Cereda. Un testo per hobbisti, ma di rigore scientifico. Concentrarsi sulle piante, cercare di indirizzare il loro sviluppo e la loro capacità di dare frutti e bellezza, di far sì che siano irrorate di luce, che non abbiano intrecci che possano portare a ristagni di umidità e quindi a funghi, prendersi cura della loro crescita nell’ambiente di Bisarno mi aiuta molto in questo periodo chiaroscurale. Ieri, una soleggiata domenica d’inverno, ho concentrato i miei sforzi da potatore dilettante in serra, dove ho stoccato una quindicina dei miei agrumi: il caldo creato dalle vetrate, l’azzurro invernale, i profumi delle prime zagare già presenti, il tric tric delle cesoie, una certa bellezza avvolgente dell’ambiente, mi ha rilasciato un certo benessere.  

Anche nel mondo a me caro della scrittura e del pensiero creativo, fra il BAR(N) e “La Molecola della Civiltà”, la mia opera dedicata alla storia del vino, stanno nascendo delle possibilità che mi auguro davvero tanto possano fiorire con la primavera. Nel frattempo, anche la Laura ha cambiato studio ed esattamente 10 anni dopo un trasloco, ne ha fatto un altro. Una crescita ulteriore in uno studio molto bello a Firenze. Noi ci muoviamo.