Venerdì, pomeriggio già tardo. Rientro a casa con la luce ancora alta. Si sta placando anche il vento. Il mandorlo é in piena fioritura, così come i candidi susini. I giuggioli che accompagnano la strada di ingresso si stagliano contro un cielo di un azzurro finalmente deciso. Il pergolato aspetta un tavolo per animarsi e che le viti inizino ad arrrampicarsi attorno ai suoi pali di ferro. Il melo, accanto a dove un giorno odorerà l’orto, mostra gemme lanuginose e gonfio, mentre il caco, l’albero che da grande darà il benvenuto a chi verrà a Bisarno, ha accenni verdi che spuntano dai rami. Le aromatiche – lavanda, rosmarino, salvia e morto – paiono essere più ampie e frondose, in attesa di più ubertose e profumate crescite. Le gatte sornione mi guardano e stringono gli occhi caracollandomi incontro: sono entrambe incinte. I miei occhi bruciano, come se già, allergici, soffrissero del polline. E mi sento stanco ma voglioso di far parte di questo nuovo ciclo di vita.