Sono stato tre giorni in Svezia molto particolari.
Non era la mia prima volta a Stoccolma. Anzi, posso dire di conoscerla molto bene. Ma per la prima volta ci sono arrivato con una finale della Fiorentina da giocare (la partita di Coppa Italia contro l’Inter) e la realizzazione di un evento, il party per festeggiare i 100 anni di Ruffino in Svezia, su cui avevo sviluppato un esercizio creativo di storytelling molto particolare e del quale ero particolarmente soddisfatto, il Ti Amo.
Questo è un periodo lavorativo particolare. Da un lato ho subito diversi scossoni e perso alcune certezze, dall’altro mi sono trovato al centro di progetti di storytelling – sui quali ho anche fatto delle attività di formazione – che hanno vezzeggiato come poche volte il mio lato creativo.
In Svezia, appunto, dopo la redazione della storia aziendale de Il Principe del Chianti Classico e l’evoluzione de La Molecola della Civiltà, la storia del vino fra mito e realtà, il vino come una meravigliosa creatura bifronte, angelicata e demoniaca al contempo, presentata in diversi contesti negli ultimi mesi, ho impostato uno storytelling sui tanti punti di contatto fra Ruffino, l’Italia e la Svezia. L’anno in cui nasce la Volvo è lo stesso di Riserva Ducale, 1927. E nel 1947, l’anno della Oro, Ingrid Bergmann scrive una struggente lettera d’amore a Roberto Rossellini, culminata con il proverbiale Ti Amo! E a Stoccolma ho avuto l’onore, e la soddisfazione, di presentarla per tre volte, in due momenti di degustazione e alla festa dei 100 anni, il TI AMO Party, in un contesto di grandi contrasti, in una delle isole di Stoccolma, in un ambiente industriale, un ex dock, convertito a luoghi eventi e ingentilito con arredi floreali.
La serata si è conclusa giusto il tempo di far iniziare la partita. Il contrasto fra il meraviglioso tramonto viola sul mare del nord mentre l’Inter alzava la Coppa Italia è stato struggente e drammatico.