Sabato 24 aprile. Stamani mattina il vento è cambiato e, da freddo “tramontano” si è addolcito in ubertoso zeffiro primaverile.
In questi giorni abbiamo continuato a preparare la terra, fresando e togliendo sassi, e cominciato a immaginare le varie aree destinate a L’Orto dei nati storti: la parte principale sarà quel lacerto di terra recuperata che dal pozzo risale fino al frutteto, ma ci saranno anche altre zone, con tecniche più tradizionali di orticoltura.
Per esempio, la dove vi era la vecchia concimaia della casa il terreno è molto fertile (“l’è sale!”, ho sentito più volte dire in positivo, mentre nel mio pensiero il sale è sempre segnaccio – del resto fu sparso sale per non far ricrescere più niente a Cartagine dai romani durante le guerre puniche) e negli anni vi abbiamo sempre piantato qualcosa, con grande soddisfazione. Ed eccoci allora alle zucchine fiorentine: sparse, abbiamo posto a dimora le prime dodici piantine de L’Orto dei nati storti.
Le zucchine amano spazi larghi e tanta acqua. Le cassette dell’ortolano servono per proteggerle dalle galline che, incuriosite dal nostro rimestio, razzolano pericolosamente attorno ai virgulti. Del resto, proprio nella ex-concimaia, hanno il loro pollaio.