Abbiamo ripreso i lavori esterni a Bisarno, per cercare di ritrovare un po’ di entusiasmi e combattere la malinconia del periodo.
Erano ufficialmente fermi da luglio anche se qualcosina, molto amatorialmente e a costo zero, con mio suocero, anche con mio babbo fino alla fine dell’estate, si era comunque fatto: le stuccature del marciapiede, la facciata nord della casa…
Da lunedì è tornato Paolo, l’artista-muratore a cui dobbiamo il bello e accurato ripristino storico delle murature facciavista di Bisarno. L’obiettivo è proseguire, e concludere, il muro di terrazzamento che si trova a sud della casa e che divide il piano dell’aia dall’orto. In questo muro è stata insertata una scala per scendere giù nell’orto e una cisterna di cemento per il vino (che utilizzerò come fontana di irrigazione). Successivamente, verrà costruito, ancora più a valle, un ulteriore muro di terrazzamento che separerà il piano dell’orto dall’ultimo segmento di terreno di nostra priorità che diverrà, in futuro, una piccola oliveta. In corso d’opera, cercheremo anche di integrare, con opere murarie e qualche scelta botanica, la presenza – antiestetica assai – dell’unità esterna della pompa di calore, che si trova a ridosso della porcilaia, adibita, al suo interno, in centrale termica. E, come conseguenza, anche la porcilaia risulterà architettonicamente un po’ più dolce e integrata rispetto all’aspetto odierno, fin troppo severo e slanciato.
E in un piccolo angolo di terra sotto l’ingresso del piano terra del fienile, che si trova appunto nel segmento che verrà delineato dal secondo terrazzamento, ho piantato un nocio di Sorrento. Una volta nelle case dei contadini si piantavano noci per festeggiare la nascita di un bambino. A Bisarno ho trovato tanti alberi di noci quando l’abbiamo acquistata. Uno di questi l’avevamo dovuto abbattere perché le radici si erano addentrate troppo a ridosso delle fondamenta e anche la chioma dava noia alle tegole del tetto: le assi del nocio sono oggi una splendida scrivania e delle meravigliose mensole nella stanza giochi delle bambine. Il nocio è un albero maestoso e un inno alla vita. Ho deciso di ripiantarlo a memoria di mio babbo. Un suo ricordo. E’ passato poco più di un mese e la mancanza è sorda.
E’ un bel nocio. Già di qualche anno. Gli sarebbe piaciuto, anche la posizione scelta: a valle di tutto il complesso di Bisarno.